Nel lontano 2013 gli allora esordienti Free Time diventavano la colonna sonora della mia estate e qualcosa di quella perduta leggerezza deve essere rimasto impigliato tra le note della loro musica. Ora la band di Dion Nania, australiano trapiantato a Brooklyn, sta per pubblicare il suo terzo album, Jangle Jargon, in uscita il 20 settembre per Bedroom Suck Records. Nania, già chitarrista per Scott & Charlene’s Wedding e Twerps, fra gli altri, ha mantenuto altissimo il livello della propria scrittura, tra ovvie influenze Flying Nun, indie rock dall'attitudine slacker e atmosfere più distese e ombrose alla Detroyer (ah, nessuno inventerà mai il revival "sandalgaze"). Il disco è stato registrato insieme a Jarvis Taveniere (Woods, Purple Mountains...) e ai suoi vecchi compagni di band Martin Frawley e Amy Franz, oltre che con i consueti collaboratori Jonah Maurer (Real Estate, Titus Andronicus) e Mike Mimoun della Underwater Peoples.
Per la serie: suoni che fanno bene a un vecchio cuore Anni Novanta. Dopo una serie di promettenti singoli ed EP, la band shoegaze di Los Angeles MILLY sta per pubblicare l'album d'esordio Eternal Ring, il prossimo 30 settembre su Dangerbird Records. Tra chitarre sferzanti che ricordano Smashing Pumpkins e Swervedriver (insieme ai quali, non a caso, i MILLY sono stati di recente in tour), e invece momenti più emo di una vulnerabilità quasi Death Cab For Cutie, le canzoni dei MILLY sono il veicolo con cui il frontman Brendan Dyer vuole raccontare il suo "punto di vista sulle ansie dell'America di oggi". Nullify ne è un ottimo esempio: "the song is about people who think they can solve other people's problems for them when they can’t even balance their own shit".
A nove anni dall'ultimo album Street Punk su Hardly Art, torna a farsi vivo Seth Bogart con i suoi Hunx & His Punx, insieme ai fidi compagni di sempre: Shannon Shaw di Shannon & The Clams e Erin Emslie dei Secret Stare. Arrivano sul Sub Pop Singles Club due nuove canzoni: White Lipstick e Lose My Mind. Il "lato A" prende il nome da un film di John Waters che ancora non esiste e "parla dell'essere un'adolescente queer che guarda suonare band formate da donne e pensa di voler diventare proprio come loro". Invece Lose My Mind riflette sul problema delle armi negli Stati Uniti: "Cazzo, cosa dovrebbero fare tutte le donne, i queer e i weirdos a cui non piacciono le pistole? Abbiamo forse bisogno di queste cose per proteggerci? Insomma, parla del nostro odio per le armi". Indie rock contro il conformismo e con il consueto tocco glam super cool, Hunx al suo meglio: bentornato!
Enrico Carletti, che seguiamo dai tempi degli amati Karibean, durante i mesi del lockdown si era buttato anima e corpo su Garage Band e ora annuncia un nuovo progetto solista chiamato Garage Katamaran. Questa volta canta in italiano, le influenze melodiche surf pop si colorano di elettronica lo-fi, e l'amore per i Beach Boys si unisce a suoni che piaceranno a chi amava Figurine, Casiotone For The Painfully Alone o i Tahiti 80. L'EP di esordio si intitola Nelle amarene amare, garantisce La Barberia Records.
Dopo l'agrodolce This Boy Is A Mess, uscita un paio di mesi fa, ecco i leggendari The Orchids proporci una nuova anticipazione dal loro prossimo album Dreaming Kind, in arrivo il prossimo il 2 settembre sulla Skep Wax Records di Amelia Fletcher e Rob Pursey. Ora tocca alla canzone che apre l'album, la più movimentata Didn’t We Love You, traccia che vuole schiettamente esprimere "the desire to live in a better place - a place unspoilt by the greedy phonies who’ve taken over". Anche se non siete collezionisti da Discogs ma amate sempre melodie dolcissime tra Pastels, Aztec Camera e Teenage Fanclub, qui siete a casa.
Conosciamo Barbara Suzzi come metà del duo Io e la Tigre, band che negli anni è riuscita a tenere assieme un battagliero indie rock e un'anima più cantautorale con originalità e determinazione. Ora la batterista romagnola ci sorprende con un nuovo progetto chiamato Bellanotte, ancora una volta in duo ma questa volta insieme a Edoardo Gasperoni, appassionato di sequencer e synth. Non a caso, l’incontro tra i due pare sia avvenuto proprio a un corso di specializzazione su strumenti musicali elettronici. Il comune desiderio di sperimentare con sonorità sintetiche li spinge a mescolare atmosfere tipicamente Eighties con un approccio punk e contemporaneo. Se a questo punto vi vengono in mente nomi come Bloody Beetroots, Justice o Boys Noise non siete molto lontani dall'idea di musica dei Bellanotte. Il danzereccio singolo di esordio si intitola Mi fai pena ed è lo spietato ritratto di un personaggio continuamente affamato di visibilità, tipico rappresentante di quella "ipocrisia social e sociale, in cui la forma conta più della sostanza":
"Independently unpolished band who like to be happy": diciamo che vorrei fare mia la biografia dei The Happy Somethings, enigmatico trio con base nel Derbyshire (ehi, ci siamo incontrati all'Indietracks forse?) formato da Happy, Jolly e Joy. Negli ultimi anni hanno pubblicato una quantità di singoli, EP e album sul loro Bandcamp, tutti in free download oppure "name your price". Ora la sempre lodevole Subjangle Records ha raccolto un loro "best of" in una ricca compilation in CD intitolata Running Away With The Happy Somethings, con l'aggiunta di qualche brillante inedito. Dicono di ispirarsi a band come Bubblegum Lemonade e The Hannah Barberas, ma il loro twee pop cristallino sa declinarsi anche verso sfumature più psichedeliche, oppure più zuccherose, non lontane da band come Would Be Goods oppure Look Blue Go Purple. Per essere una band che dichiara "We try not to take things too seriously", direi che il risultato è seriamente eccellente.
I Pale Blue Eyes sono un trio proveniente da Totnes, UK, e suonano un dream pop magniloquente che evoca spesso atmosfere alla New Order e Cure, anche se secondo me la band saprebbe regalarci anche qualche interessante cover degli Human League. Il loro album di debutto si intitola Souvenirs e sta per uscire su Full Time Hobby. L'ultimo singolo che lo anticipa è questa deliziosa Little Gem che farà contenti i fan dei Drums
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