"Our Love Is HEAVENLY" - Live at Bush Hall, London, 20 May 2023

HEAVENLY - Live at Bush Hall, London, 20 May 2023

La Bush Hall, situata nel multietnico quartiere londinese di Sheperd’s Bush, è una vecchia sala da ballo di inizio Novecento, con gli stucchi alle pareti e i lampadari a goccia che rimandano a un'altra epoca. Nel corso della sua ultracentenaria vita è stata anche una mensa per poveri (durante la seconda guerra mondiale), una sala da Bingo, una sala da biliardo, un social club, fino ad arrivare all’attuale destinazione di sala da concerti. Ed è qui che Heavenly hanno schedulato per il 19 e 20 Maggio, le due date della loro estemporanea reunion, a supporto delle ristampe in vinile su etichetta Skep Wax (gestita personalmente da Amelia Fletcher e Rob Pursey), dei quattro LP usciti originariamente tra il 1991 ed il 1996.
Arrivo di corsa per il concerto serale con il gruppo di supporto, le Panic Pocket già sul palco. Anche per loro un LP in uscita su Skep-Wax. Formazione tutta al femminile per un indie pop leggero e gradevole, ma con margini di miglioramento.
HEAVENLY and Stewart Lee - Live at Bush Hall, London, 20 May 2023
La sala è piena e quando gli Heavenly salgono sul palco e attaccano Our Love Is Heavenly l’atmosfera è già trionfale. Il pubblico è eterogeneo e con varie presenze dall’estero: non sono certamente l’unico italiano presente in sala. Sul palco sono le due front-women Amelia Fletcher (voce e chitarra) e Cathy Rogers (tastiere e seconda voce) e guidare le danze, supportate da Rob Pursey al basso, Peter Momtchiloff alla chitarra e Ian Button alla batteria. Nella scaletta dello show si succedono tutti i pezzi migliori del repertorio della band, da P.U.N.K. Girl a Trophy Girlfriend, da Space Manatee a C Is The Heavenly Option, con ospite il comico Stewart Lee a cantare la parte maschile che su disco era del mitico Calvin Johnson. Non ci sarà praticamente mai un calo di tensione, se non per la versione improvvisata di So, eseguita solo da Amelia per permettere al chitarrista di sostituire una corda rotta.
L’atmosfera che si respira è molto positiva. Grandi sorrisi sul palco e un'energia che si trasmette al pubblico che celebra nel modo migliore questo ritorno inatteso di una formazione che è stata un emblema dell’indie pop britannico (evito il termine "Twee" che non mi è mai piaciuto molto), nato dal post C86 e celebrato poi dalla Sarah Records di Bristol.
Il finale del concerto non delude con l’inserimento nei bis di Atta Girl (il mio pezzo preferito senza ombra di dubbio) e la cover di Art School dal primissimo repertorio dei Jam. Una degna chiusura di una meravigliosa serata.
Tornando con la Central Line verso il Nord-Est di Londra tante belle sensazioni e la certezza di avere assistito ad un piccolo grande evento.
Come ha scritto il giorno dopo Rob Pursey: “Non so se lo rifaremo mai, ma sono contento che l’abbiamo fatto questa volta”. E io sono contentissimo di averne fatto parte, Rob.

Giancarlo Fantazzini 





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