Conjuring summer in

The Clientele -  I Am Not There Anymore (2023)


And sometimes I'm walking home, at my door
I am not there anymore, I am not there anymore
Do you know what I mean?
Is the dream hard to shake?

Hai bisogno di calma e di carezze, di parole posate e del giusto varco di silenzio tra una frase e l’altra, tra un movimento e l’altro. Cammini a piedi nudi tra le stanze bianche dell’estate, pigri rumori nella distanza, scosti le tende e ti affacci al sole, nell'aria azzurra e febbricitante. Una terrazza sul vento dei prossimi ricordi. “I am not there anymore”, leggi, e purtroppo è proprio così. Che cosa insolita ascoltare il nuovo disco dei Clientele in queste settimane: un suono e una poesia che ero abituato ad accompagnare all’autunno, la musica della “violet hour” per eccellenza, per citare il titolo di un loro magnifico disco. Eppure, questa nuova opera della durata di oltre un’ora, che si offre con uno spirito di avventura e sperimentazione capace di andare oltre la malinconia chamber pop che ben conosciamo dopo oltre trent’anni di carriera (e che pure qui non manca), risplende e fiorisce nella luce netta di un mattino del Mediterraneo. I Am Not There Anymore, ottavo album dei Clientele, tiene assieme le consuete ispirazioni di Alasdair Maclean, tra Left Banke, Love, Scott Walker e Beatles, aggiungendo passaggi jazz meditativi o visionari (Miles Davis, Alice Coltrane e Pharoah Sanders sono esplicitamente citati come influenze per questa scrittura), loop liquidi e ipnotici che sono in qualche modo figli dei Boards Of Canada e ritmi che si dissolvono tra flamenchi, bossanova e languida psichedelia. Ci sono inserti spoken word di filastrocche di un secolo fa, nubi di archi che avvolgono ogni cosa, flauti che fluttuano, tuffi sintetici e limpide spensieratezze appena accennate in mille dettagli. Anche se il tema centrale del disco, racconta MacLean, è una riflessione sulla perdita della madre e la sofferenza del vivere nella memoria e nella mancanza, la musica dei Clientele lenisce e trasporta tra le note una serenità e una luce che ricongiungono, ricompongono ogni disordine. Le parole di queste canzoni scavalcano le distinzioni tra ricordi e presente, le storie (o forse una storia soltanto, un narrare fluido e continuamente creativo) inseguono una bellezza elusiva che si distilla a poco a poco, un sogno che ti accompagna tra le intuizioni, le canzoni e gli intermezzi strumentali, dentro melodie che conducono calma.



Commenti