"I am changing for the better" - intervista a Wallace Welsh

wallace welsh - i am changing for the better

All'inizio di questo nuovo anno, il primo disco di cui mi sono davvero innamorato si intitolava I Am Changing For The Better. Una semplice coincidenza? Forse un segno del destino? Avrei finalmente mantenuto tutti i miei buoni propositi? La musica, in ogni caso, prometteva bene e suonava forte. Peccato non si trovasse in giro quasi nessuna informazione sul suo autore: un ragazzo di 21 anni di Roma, nome d'arte Wallace Welsh. Ho deciso quindi di rivolgermi direttamente a lui.


La prima domanda è ovviamente la più scontata e prevedibile: in rete non si trova praticamente nulla su di te e quindi ti chiedo se hai voglia di presentarti, di raccontare come hai cominciato a fare musica e come nasce il progetto Wallace Welsh. A proposito, da dove viene questo nome?
Il progetto di Wallace Welsh è nato nella primavera 2020, dopo diversi tentativi di canzoni mai riuscite. Il nome Wallace Welsh è un riferimento a un personaggio di un fumetto che si chiama Wallace Wells (mi sono proprio sprecato), il coinquilino gay di Scott Pilgrim. Io in realtà mi chiamo Andrea Lombardo. La musica ha sempre fatto parte della mia vita, mio padre è batterista di professione e ha suonato e registrato per tanti anni con svariati cantautori e cantanti italiani (Lucio Dalla, Raffaella Carrà, Paola Turci...) e ho iniziato a prendere lezioni di pianoforte a 4 anni. Poi crescendo ho imparato da solo a suonare chitarra, basso e batteria. 

Wallace Welsh
La bio sul tuo Bandcamp spiega che “I make everything in my bedroom”: è davvero così? Come nascono le canzoni e come le registri? Arriverà prima o poi anche una versione live di Wallace Welsh con una vera band?
Sì purtroppo o per fortuna è proprio così. 
La maggior parte delle volte mi siedo semplicemente davanti al computer da solo con uno strumento collegato e registro un po' la prima cosa che mi viene in mente. Dopo aver registrato tutti gli strumenti aggiungo la voce. Sono consapevole che molte persone sono super attaccate al testo e alla voce, ma a me in realtà non importa molto, è la parte a cui penso di meno. Mi piace usare la voce come uno strumento, uguale agli altri. 
Per quanto riguarda live mi piacerebbe molto, purtroppo non ho ancora trovato le persone giuste con cui riuscire a provare in maniera seria.


“I am changing for the better” è un titolo fantastico per inaugurare un nuovo anno: qual è l'idea che tiene insieme questo album? Lo dobbiamo intendere come un buon auspicio, come la semplice cronaca di una fase di cambiamento, come una profezia che ti vuoi imporre, o qualcos’altro?
Sì, diciamo che il titolo vuole essere un po' il riflesso di quello che ho sentito durante la scrittura di questi pezzi. Sono tutte canzoni registrate durante il mio primo anno dopo la fine del liceo. Per quanto fossi felice di esserne uscito (ho detestato con tutto il mio cuore gli anni del liceo), mi sono sentito perso e ho combinato tantissimi errori, così mi sono reso conto di essere in continuo cambiamento. I am changing for the better è un'odissea personale navigando attraverso l'ultimo anno della mia vita. 

Una canzone dell’album si apre con i versi “I'm not the kind of person who likes to rebel / I like manners and etiquette”, e poi racconta di quanto ti piace stare in casa, andare a letto presto e fare una vita sobria. In un’altra ti domandi: “Staring down at my knees: will they hold up much longer?”, come se ti sentissi di colpo vecchissimo, nonostante tu sia praticamente appena uscito dall’adolescenza. Insomma, questo “cambiamento” è anche un cominciare a fare i conti con l’età adulta? 
Sì, decisamente. Come ti dicevo, dopo il liceo ho attraversato questa fase di smarrimento, e in fondo ancora adesso ci sto facendo i conti. In realtà, ai testi tendo a non pensarci troppo su. Spesso e volentieri si tratta di cose che ho pensato e su cui rifletto, altre volte leggo qualcosa da qualche parte e mi piace il concetto o la situazione, e quindi ci costruisco intorno il resto di una storia.

Wallace Welsh
Mi sembra che queste canzoni raccolgano un’ampia serie di influenze musicali: la tracklist  si apre con lo shoegaze magniloquente di Stargazing e poi vira verso un dream pop da Spirit Goth Records; ci sono pezzi carichissimi come Bef Of Bin Bags che mi ricorda Wavves, oppure Cool Beans che potrebbe essere stata scritta per gli Shout Louds, e in mezzo ci sento anche tanti Beach Fossils, Wild Nothing e DIIV... Tutto questo da un ragazzo di 21 anni di Roma mi fa davvero entusiasmare: mi racconti qualcosa della tua formazione musicale, di quello che ascolti e che ti piace?

Sono contentissimo che tu ci abbia risentito tutte queste influenze, sono letteralmente i miei gruppi preferiti. Come ti dicevo, i miei studi musicali sono iniziati presto. Ho cominciato ad ascoltare musica per conto mio negli anni delle medie ma ascoltavo solo screamo/hardcore punk/metalcore. 
All’inizio del liceo ho iniziato a espandere le mie conoscenze. Penso di avere ascoltato qualcosa che aveva a che fare con l’indie rock proprio quando ho guardato Scott Pilgrim Vs The World per la prima volta. Intorno ai quindici anni mi ero fissato con gli Acid Ghost e Mac DeMarco, poi ho scoperto anche Wild Nothing, DIIV, Beach Fossils... Dopo i 16 anni mi sono fissato con gli Slowdive, gli American Football, New Order. Ho avuto un momento un po’ fuorviante dove ascoltavo solo Bladee verso i diciotto. In questi ultimi due anni mi sono ritrovato molto con Bon Iver, Phoebe Bridgers, Daughter ma anche con Camera Obscura, The Radio Dept., Kimya Dawson e Imogen Heap.


C’è una scena a cui ti senti di appartenere? Band, label, locali, di Roma o altrove… insomma raccontami un po’ del contesto in cui immaginare la musica di Wallace Welsh.
In realtà no, non credo. Mi sento abbastanza mutevole, ho tanti gruppi di amici completamente diversi tra di loro, con interessi e frequentazioni totalmente diverse, per cui mi capita di stare un po' dappertutto. Spesso mi capita di andare a concerti DIY della scena screamo/emo italiana, ma non sento di farne parte. Il prossimo anno dovrei trasferirmi in UK e ne stavo parlando anche con miei amici che ci vivono. Penso che Wallace Welsh potrebbe funzionere meglio qui in UK che in Italia (in questo momento ti sto scrivendo da Londra). Però non lo so! Mi piacerebbe conoscere gente e scoprire nuove scene anche al di fuori di Roma, mi fa sempre piacere incontrare gente nuova.



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