Nella piccola cittadina di Clare, nel sud dell'Australia, fiorisce un'incredibile scena indiepop e, a quanto pare, è tutto merito di una sola persona dalla natura particolarmente riservata e sfuggente, ovvero Caleb Carr. A volte, forse per accrescere il mistero o la confusione, utilizza il suo secondo nome e si firma Joel Carr. In ogni caso, lo ritroviamo dietro una quantità di band e progetti che negli ultimi anni ci hanno regalato canzoni molto belle, eleganti e malinconiche, figlie di certe foschie Eighties che più britanniche non potrebbero essere. Prima come English Summer (di cui ricordiamo la bella antologia Dénouement, uscita per Too Good To Be True), poi con il suo progetto solista Foulness Island, e ancora negli Arts & Letters, nei New Labour... La sua ultima creatura si chiama The Boltons e prosegue, sotto una diversa denominazione, la stessa ricerca del pop perfetto, capace di bilanciare chitarre scintillanti e atmosfere autunnali. Ascoltando il loro primo EP Fading Estate (uscito in CD per la infaticabile Subjangle), vengono subito in mente riferimenti come Lloyd Cole, Prefab Sprout e Smiths, ma ci sono anche inevitabili suggestioni Sarah Records (penso per esempio ai Brighter) e quel tocco dream pop che svapora tutti i contorni e le distanze. E sembra quasi di scorgere un paesaggio crepuscolare di brughiera inglese anche laggiù, nel profondo sud dell'Australia.
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