Dalla stessa voce che pochi mesi fa ci aveva regalato l'inno My Life Is Better With Indiepop, ora arriva un nuovo singolo dai toni ancora più agguerriti e polemici, intitolato Lost In The Noise Of Corporate Shelf. Lui è Anselmus, one man band da Tangerang, Indonesia, di cui non si conoscono molte altre informazioni. La sua musica mi ricorda quel twee-pop svelto e asciutto di inizio Anni Duemila che ti arrivava su certi cd-r svedesi fatti a mano, tipo Hormones in Abundance, Second-Hand Furniture o The Budgies (anche se le mie preferite resteranno per sempre le Never Invited To Parties).
Quello che trovavo meraviglioso in quella musica, e che trovo meraviglioso anche in questo ragazzo che, una generazione più tardi, riesce a recuperare lo stesso spirito dall'altra parte mondo, è la maniera in cui un suono che più scarno ed esile non potrebbe essere scatena questo senso di appartenenza, la convinzione che ci sia ancora speranza per un'estetica anticonformista, per una resistenza all'omogeneizzazione culturale e commerciale. Una chitarra, una drum machine, una vita di sfighe racchiusa in quattro rime e un'ostinata, ammirevole, antiquata e rivoluzionaria fede nella forza dell'underground. Del resto, tutto questo fa parte del DNA politico dell'indiepop sin dalla sua alba.
Questo nuovo singolo racconta la scena di un grande festival musicale mainstream, con grandi nomi su grandi neon, "but in the shadows, things aren't hearty". L'appello di Anselmus alla scena è di non dimenticarsi "to cheer for itself", ribadendo così che anche gioia e divertimento sono valori per questo genere e per questo movimento.
Il nuovo singolo è uno split con The Sensitive, progetto che prende il nome ovviamente dalla canzone dei Field Mice e che è stato fondato da Arief Bramantyo, aka Tiok, curatore della Disanorak, label che insieme ad altre come Shiny Happy Records, Chaotic Pop, Kolibri e Dismantled testimonia l'incredibile vivacità della scena indonesiana.
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