A dark time in history, but never a gloomy day

Camera Obscura - Look to the East, Look to the West
 

La sola e luminosa voce di Tracyanne Campbell sopra poche note di un palpitante pianoforte, mentre canta “Hey, I liked who we were together / I'm not sure who I'll be apart / I will love you forever and ever”, e poi, alla fine, quasi svanendo in un sospiro, pronuncia il nome di Carey.
Intorno a quel nome ruota tanto di questo Look to the East, Look to the West, il nuovo disco dei Camera Obscura. Non molti si aspettavano che la band scozzese avrebbe ricominciato a fare musica dopo la scomparsa della tastierista Carey Lander nel 2015. La stessa Campbell ha raccontato a NME che “coming to terms with that affected my identity. The band had been everything to me. I was trying to figure out who I was without the band, and who I was without her”. Ma dopo aver suonato al Boaty Weekender dei Belle And Sebastian nel 2018, e avere aggiunto Donna Maciocia alla formazione, i Camera Obscura si sono resi conto di poter ricominciare a scrivere e a suonare con una rinnovata energia. 
Il risultato oggi è questo scintillante Look To The East Look To The West, appena pubblicato da Merge Records. Un disco che sa mescolare dolcezza e nostalgia in maniera commovente, un'elegante danza tra passato e presente, in cui ogni tema e ogni piccola storia (gli entusiasmi dei nuovi amori, il disincanto di chi si sente addosso troppi anni per illudersi di amare ancora, la fatica di vivere in questo mondo maschilista che non cambia mai oppure, ancora peggio, la fatica di vivere ogni giorno portando dentro un vuoto che non si colmerà mai) vengono trattati con una grazia e con una spontaneità che lasciano incantati. Parole semplici e dirette perché non c’è più tempo per nascondersi: "Don’t live with regret because you only get one life” canta Denon, una adorabile ballata venata di soul che parla di un'amicizia che resiste agli anni e alle stagioni. 
La nuova musica dei Camera Obscura è una gioia per chi li ha visti sbocciare, un'era geologica fa, e non è un caso che sulla copertina di questo album compaia la stessa ragazza che era sulla cover del loro debutto Biggest Bluest Hi-Fi, anno di grazia 2001, a sottolineare come il tempo ci cambia ma alla fine possiamo ancora riconoscere chi siamo. Al tempo stesso, questo disco è una testimonianza della ulteriore crescita e maturità di una band sincera e sempre fedele a sé stessa, dal suono impeccabile (garantisce il ritrovato Jari Haapalainen in veste di produttore) e che sembra essere tornata perché sapeva che avevi bisogno di questo abbraccio.


Commenti