Musicians for a Free Palestine

Nelle ultime settimane, sia in Italia che nel resto del mondo, si sono moltiplicate le iniziative di musicisti ed etichette a sostegno del popolo palestinese, vittima di una delle aggressioni di Israele più feroci e violente di sempre. Canzoni e compilation di beneficenza non cambiano la storia, né fermano le bombe, ma è importante prendere posizione, far sentire la propria voce e, soprattutto, è importante mandare qualunque tipo di aiuto e supporto concreto a chi ne ha bisogno ora più che mai. Mi sembra necessario segnalare alcune di queste uscite, sia per il loro valore morale che artistico.


Musicians for a Free Palestine
Musicians for a Free Palestine è una compilation di 71 tracce (in buona parte inedite) curata da Maya Bon (Babehoven), Andy Molholt (Speedy Ortiz) e dalla cantautrice Raquel Denis con l'obiettivo di "unire musicisti per sostenere una Palestina libera". A differenza di altre iniziative analoghe, il costo di questa  compilation non è simbolico o libero, ma è di 36 dollari. Acquistare Musicians for a free Palestine, infatti, equivale ad acquistare una eSim per consentire agli abitanti di Gaza l'accesso alla rete mobile e a internet, cosa quanto mai complicata in una guerra che ha preso di mira, oltre alla persone, ogni infrastruttura e servizio di sostentamento della popolazione. Il messaggio degli organizzatori è chiaro: "Crediamo che la Palestina sarà libera e ci impegniamo a usare le nostre voci e la nostra piattaforma per migliorare questo futuro". Tra i tanti artisti in scaletta: Deerhoof, Mannequin Pussy, Downtown Boys, Frankie Cosmos, Horse Jumper of Love, Squirrel Flower, Ted Leo, Slow Pulp e molti altri.




LOVE BOAT RECORDS - We Will Stay Here - Music for Palestine
La Love Boat Records, etichetta curata dal nostro Andrea Pomini, ha lanciato We Will Stay Here - Music for Palestine, raccolta di 14 tracce tra elettronica, dub, dance ed experimental che vede al suo interno, fra gli altri, nomi come Not Waving, Cosmo, Mai Mai Mai e il duo Bono / Burattini. Le parole migliori e più chiare per presentare We Will Stay Here sono quelle usate dallo stesso Pomini e mi sembra importante riportale anche qui: "Mi sentivo allo stesso tempo impotente e furiosamente motivato, inorridito e arrabbiato, desideroso di fare qualcosa di più che discutere, diffondere informazioni, boicottare, manifestare. Ecco perché ho deciso di produrre e pubblicare questa compilation di beneficenza e ho chiesto agli artisti una canzone. Doveva essere qualcosa di nuovo e creato apposta per questo scopo, prodotto proprio in questo momento, con in mente le immagini e i suoni provenienti da Gaza, ispirato sonoramente e/o emotivamente da ciò che sta accadendo. Qualcosa che riflettesse le circostanze drammatiche in cui è stato scritto e il coinvolgimento emotivo di ogni artista. Questo era il punto principale: l'urgenza di fare qualcosa di utile, ma anche il desiderio di creare una testimonianza, un'affermazione artistica che fosse in grado di resistere alla prova del tempo come un'opera d'arte prodotta all'epoca di un genocidio, da artisti coinvolti a livello umano e politico".
I proventi di We Will Stay Here andranno al M.A.P. (Medical Aid For Palestines), organizzazione britannica che fornisce assistenza medica nei territori della Striscia di Gaza e della Cisgiordania. Il titolo della raccolta proviene infatti da un canto dei medici dell'ospedale di al-Awdah a Gaza: "Resteremo qui finché il dolore non passerà / Vivremo qui e continueremo a cantare".



Bologna For Palestine
Sulla stessa lunghezza d'onda, la Maple Death Records ha pubblicato Bologna For Palestine, testimonianza live della serata dello scorso 13 gennaio al DAS Dispositivo Arti Sperimentali, una specie di staffetta musicale di improvvisazione elettroacustica (con raccolta fondi per la comunità di Khan Yunis) a cui hanno partecipato Laura Agnusdei, Agnese Banti, Daniele Carcassi (Minus Collettivo), Fera (Undicesima Casa), Simone Grande, Ich Bin Bob, Kat (So Beast), Carlo Marrone, Leonardo Melchionda, Dario Moroldo, Guglielmo Pagnozzi, Stefano Pilia, Federico Pipia (Minus Collettivo), Sly (So Beast), Giulio Stermieri, Ceci Stuck, Andrea Trona, Reda Zine. Tutte le performance lasciano qui una traccia suggestiva, a volte disturbante, a volte più emozionante. Ci si può commuovere oppure si può perdere la cognizione del tempo nel flusso dei suoni, tra elegie ambient, sperimentazioni sospese che incrociano jazz e techno, spoken word e loop distorti: "Furious, enraged and on point".
Il ricavato di Bologna For Palestine sarà donato al Ghassan Abu Sittah Children’s Fund, che si occupa di fornire assistenza medica ai bambini a Gaza.




Merciless Accelerating Rhythms - Artists United for a Free Palestine
Merciless Accelerating Rhythms - Artists United for a Free Palestine è il combattivo titolo scelto dalla label newyorkese HATETOQUIT citando una poesia della poetessa June Jordan: "noi, come Artisti Uniti per una Palestina Libera, vediamo la rappresaglia come una varietà di tattiche; come mutuo aiuto; come solidarietà verso il popolo palestinese; come azione diretta, se necessario; come fine immediata della forza di occupazione israeliana e per una Palestina libera, per sempre; come un mondo liberato". Nella compilation, che contiene ben 55 canzoni, spiccano i nomi di Phil Elverum come Mount Eerie, che ha regalato un inedito, Jason Evans Groth (Magnolia Electric Company), villagerrr, John Andrews & The Yawns, Fraternal Twin, TVOD, hemlock, Super Infinity (Rob Grote dei The Districts) e Hiding Places.
Tutti i proventi delle vendite di Merciless Accelerating Rhythms saranno donati direttamente al Palestine Children’s Relief Fund (PCRF) e a Palestine Legal.




L​’​or apparait de l​’​ab​î​me by Heartists for Palestine -
In Francia è nato Heartists for Palestine, progetto collettivo che vuole riunire artisti per aiutare le popolazioni civili vittime della guerra nella Striscia di Gaza attraverso i fondi raccolti con una serie di compilation. Il primo volume si intitola L​’​or apparait de l​’​ab​î​me e vede coinvolti, tra gli altri, Alela Diane, Matt Eliott, The Coral Sea, Coco Rosie e Lonny, tutti con tracce inedite. 
I fondi raccolti saranno interamente devoluti alla Palestinian Medical Relief Society (PMRS), organizzazione che si occupa di garantire accesso all’assistenza sanitaria fondata nel 1979 e presente su tutto il territorio palestinese: "i team della PMRS sono attualmente esausti e prive di tutto. Nonostante la distruzione delle loro strutture e dei loro veicoli, gli operatori sanitari sostengono instancabilmente la popolazione di Gaza. Hanno bisogno del nostro sostegno – ora, in mezzo al caos, così come in futuro e per molto tempo a venire. Durante le grandi crisi, ogni contributo è importante. Questo progetto, per quanto umile, vuole essere un'espressione tangibile di solidarietà, una voce che prende parola, uno sguardo che non si volta dall'altra parte. È una testimonianza che siamo, oltre lo spazio, intimamente connessi. Apparteniamo alla stessa umanità".




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