"Non c'è bellezza senza ferita": questo è il motto che segna il ritorno dei nostri cari Qlowski, i quali hanno annunciato oggi il loro nuovo album The Wound, in arrivo il prossimo primo novembre su Maple Death & Feel It Records, atteso seguito del poderoso Quale Futuro. Aspettiamoci ritmi ossessivi, synth taglienti, cupi bassi, melodie sognanti e chitarre corrosive: io non vedo l'ora di lasciarmi stendere. Ma aspettiamoci anche una rinforzata consapevolezza politica e militante, come dimostrato con spirito sempre più battagliero dai Qlowski negli ultimi anni.
In un certo senso, il disco nuovo sembra proseguire da dove si era concluso il precedente, da quel "UNITY!" ripetuto con forza nel fragore di un crollo devastante. Come spiega la band, questo nuovo The Wound vuole essere un "album punk per la club culture", in cui corpi e sudore sono solo uno dei meccanismi capaci di rendere unita una comunità. Questo desiderio di unione e condivisione è sempre più rilevante per l'approccio artistico dei Qlowski: l'urgenza del loro suono impetuoso diventa un necessario riflesso dell'urgenza di reagire ai nostri tempi sempre più apatici e inermi.
Ad anticipare l'album, infatti, si può già ascoltare il singolo Surrender, una canzone ispirata all'opera del poeta, scrittore e giornalista palestinese Mahmoud Darwish, autore nel 1988 della dichiarazione d'indipendenza palestinese, poi proclamata da Yasser Arafat. Surrender è "una canzone sulla resistenza e la sconfitta. Ma come saprete, la sconfitta non ha nulla a che fare con la resa. La P4l3st1n4 sarà libera!".
A sostenere una tale vigorosa ambizione, il furioso e incalzante singolo suona "like the Cure on a Martin Hannett diet of pills and reverb chambers" e spiazza per quella voce che, pur da una sofferenza schiacciante, trova la forza di continuare a cantare "no surrender!" fino in fondo.
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