Passing melody

Sad Eyed Beatniks - Ten Brocades Out July 12th On Meritorio Records

Meglio di qualunque recensione, alcune righe scritte da Kevin Linn (già fondatore della label indipendente di San Francisco Paisley Shirt Records) per presentare l'ultimo album a nome Sad Eyed Beatniks riescono a evocare alla perfezione l'atmosfera di sospesa meraviglia che si respira in queste dieci nuove canzoni:
«Quando ero bambino, trascorrevo le estati con mio padre e sua moglie in un appartamento nei sobborghi a nord di Stoccolma. Molte mattine mi svegliavo all'odore di incenso che bruciava, con i suoni registrati di shamisen e koto, e i rumori di mio padre che si prendeva cura della sua vasta collezione di orchidee. Un'estate mio padre mi regalò una serie di graphic novel che erano traduzioni pesantemente rimaneggiate di classici romanzi cinesi per ragazzi: "Journey To The West" e "Outlaws Of The Marsh" erano i miei preferiti. I numerosi personaggi, le avventure mitologiche e le situazioni umoristiche che si svolgono in quelle ambientazioni storiche mi hanno permesso di entrare in contatto con una mia cultura a cui ho sempre avuto difficoltà ad accedere. Ten Brocades è un po' come quei fumetti, anche se forse questi personaggi, avventure e ambientazioni sono un po' più locali. [...] Il titolo dell'album è la traduzione letterale di un piatto cantonese simile al chop suey, chiamato subgum, che significa "numeroso e vario". La mescolanza di più identità e l'immagine di molti tessuti decorati in seta hanno contribuito a decidere quali tracce sarebbero poi finite nell'album. Le canzoni di Ten Brocades esplorano incontri in brevi momenti nel tempo, ricordi sbiaditi, amicizie e relazioni; tutte provenienti da personaggi le cui storie sembrano intrecciarsi tra loro».
Io voglio restare incantato dentro questa musica come quel ragazzino tanti anni fa restava incantato dentro alle sue letture estive. Voglio perdermi dentro queste registrazioni slabbrate, calde e immediate, come se mi trovassi anche io trasportato in quella casa lontana. C'è una bellezza intima nascosta nei dettagli di queste canzoni. Certo, possiamo riconoscere le qualità più psichedeliche e Sixties dell'idea di indiepop che Kevin Linn mette in pratica. E allo stesso modo possiamo indicare paragoni con nomi  illustri come Velvet Underground, Yo La Tengo oppure Galaxie 500. Ma tutto questo non esaurisce la poesia trasparente e lieve, fatta della stessa sostanza dei sogni, che permea questo album. Ognuna di queste canzoni è una stanza dove il tempo scorre in modo diverso, ma tutte comunicano tra di loro, come se quella casa distante nei ricordi si aprisse per noi e ci invitasse a esplorarla.
Dentro Ten Brocades Kevin Linn suona quasi tutto da solo su 4 o 8 tracce, anche se a volte è accompagnato da Mike Ramos (Tony Jay, Flowertown) e Karina Gill (Cindy, Flowertown), musicisti che condividono con Linn questa poetica in apparenza semplice e delicata ma densa di contemplazioni e abbandoni, suoni malinconici e immagini evocative.


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