Una delle prime cose di cui ti rendi conto quando cominci ad appassionarti all’indiepop è che la quantità di recensioni che citano il nome dei Cleaners From Venus come influenza, modello o paragone per i dischi più disparati è semplicemente incalcolabile. Se c’è un nome che merita un posto d’onore nell’effimero Pantheon degli eroi dimenticati e perdenti della scena indiepop e indie rock, è senza dubbio quello dell’eccentrico Martin Newell. Da sempre nume tutelare di tutti quegli artisti che hanno creduto nell’indipendenza e nell’autoproduzione, prima che diventasse cool registrare nella propria cameretta, Newell aveva già pubblicato totalmente DIY una quantità di album distribuiti in cassette fatte a mano. Per sempre “sghembo”, per usare a ragione una parola ormai logora, il suo jangle-pop irresistibile si unisce a una scrittura purissima e a un estro per gli arrangiamenti imprevedibili. Una semplicità disarmante, una poetica malinconica e una capacità melodica fuori del comune che sono tra le fondamenta di quella estetica lo-fi indie che oggi conosciamo e amiamo.
Per aiutare a far capire l’importanza dell’opera di Martin Newell, e il fascino che la sua musica continua a esercitare sulle generazioni di band più giovani (a volte, magari, anche inconsapevoli), la Dandy Boy Records di Oakland ha chiamato a raccolta una squadra eccezionale di musicisti che ha suonato cover piene d’amore e le ha raccolte in una compilation intitolata Tales of a Kitchen Porter: A Tribute to Cleaners from Venus.
Molti nomi in scaletta li conosciamo bene anche su queste frequenze: Chime School, Flowertown, The Smashing Times, Julian Never e Yea Ming Chen (anche se qui con una differente band ad accompagnarla, The Gloomers). Molti altri nomi invece meritano una segnalazione: gli Inflatable Men, che vedono riuniti componenti di The 1981 e The Goods; Lauren Matsui dei Seablite con il suo nuovo progetto synthpop Rhymies; Owen Adair Kelley, già frontman dei Cyan Pools; Mister Baby, già bassista per Reds, Pinks and Purples; e gli Sleepworld, side project dei Fast Execution.
Nel complesso, una compilation riuscita e divertente. Realizzare che tutte queste canzoni sono state scritte da una sola persona lascia senza parole. Una raccolta davvero brillante che funziona, al tempo stesso, come tributo devoto e appassionato, come possibile introduzione all’opera di un grande e sottovalutato artista, e anche come ritratto di una delle attuali scene indiepop underground più fiorenti e attive.
Nel complesso, una compilation riuscita e divertente. Realizzare che tutte queste canzoni sono state scritte da una sola persona lascia senza parole. Una raccolta davvero brillante che funziona, al tempo stesso, come tributo devoto e appassionato, come possibile introduzione all’opera di un grande e sottovalutato artista, e anche come ritratto di una delle attuali scene indiepop underground più fiorenti e attive.
Commenti
Posta un commento