Per prenderti tra le braccia
Ma non arriva mai
E così, sul dancefloor, forse posso provare a fartelo capire
DJ! Metti la canzone che la farà innamorare di me
Sto aspettando il momento giusto
Per prenderti tra le braccia
Ma quel momento giusto non arriva mai
Sono alcuni versi tratti da Waiting For The Right Time, una canzone contenuta nel nuovo album degli Alpaca Sports, intitolato Another Day. Si potrebbe quasi dire che quel momento giusto è lo stesso che stavano aspettando gli Alpaca Sports, dopo oltre sette anni di silenzio, per tornare finalmente a regalarci il loro delizioso e dolcissimo indiepop.
Another Day ritrova Andreas Jonsson, Amanda Åkerman e Lisle Mitnik più in forma che mai, e non sembra passato un minuto dal 2011, quando le loro melodie terse e i loro arrangiamenti cristallini coglievano tutti di sorpresa, come se sembrasse quasi impossibile che quel suono così twee tornasse a essere tanto nuovo e fresco. Anche in queste dieci nuove canzoni sono preminenti l’eredità Sarah Records e le affinità, più volte notate, con i Field Mice e i Saint Etienne. Del resto, alla produzione anche di questo nuovo album c’è Ian Catt, che con entrambe le band aveva già lavorato nella sua lunga carriera.
Eppure, Another Day rivela anche una maturità diversa, una consapevolezza più profonda di che cosa può raccontare l’indiepop oggi. Questi anni di silenzio, spiegano gli Alpaca Sports, sono stati pieni di tanti cambiamenti, gli stessi che, in fondo, ognuno di noi ritrova nella vita di tutti i giorni: il tempo che ci invecchia, le amicizie che sbiadiscono, la perdita di persone care, trasferimenti imprevisti, e così via. Tutto questo ha portato Another Day a diventare quasi una sorta di concept album su ciò che questi cambiamenti comportano, cosa si lasciano dietro, e cosa resta di noi dopo tutti questi anni.
C’è il singolo Autograph che fa i conti con i sogni che non vogliamo abbandonare e l’incontro con i miti della propria infanzia (“When others followed the money, you followed your heart”). C’è Bluebells che cattura un doloroso momento di smarrimento (“I'm just too far from where I wanna be / So I don't want to feel a single thing”). C’è Slipping Through My Fingertips, ambientata nella nostra Firenze, che parla d’amore perduto e si abbandona ai rimpianti. C’è infine, proprio in chiusura, If Tomorrow Comes che dice chiaro e tondo “Non mi interessa niente / Il sogno è finito / Non mi importa più di Londra, New York o Tokyo / e nemmeno di Parigi in primavera”, riallacciandosi così al vecchio album del 2018, From Paris With Love.
Tra ritornelli irresistibili e arrangiamenti zuccherosi, gli Alpaca Sports raccontano qualcosa della circolarità del tempo: tornerà la speranza a scacciare la malinconia, e i giorni tristi, come un autunno improvviso, torneranno a soffiare via quelli felici. Ma in fondo, anche nei momenti più grigi e cupi, ci sarà sempre spazio per "another day", e si può crescere e maturare senza rinunciare alla propria anima, “tomorrow I’ll be fine”.
Another Day ritrova Andreas Jonsson, Amanda Åkerman e Lisle Mitnik più in forma che mai, e non sembra passato un minuto dal 2011, quando le loro melodie terse e i loro arrangiamenti cristallini coglievano tutti di sorpresa, come se sembrasse quasi impossibile che quel suono così twee tornasse a essere tanto nuovo e fresco. Anche in queste dieci nuove canzoni sono preminenti l’eredità Sarah Records e le affinità, più volte notate, con i Field Mice e i Saint Etienne. Del resto, alla produzione anche di questo nuovo album c’è Ian Catt, che con entrambe le band aveva già lavorato nella sua lunga carriera.
Eppure, Another Day rivela anche una maturità diversa, una consapevolezza più profonda di che cosa può raccontare l’indiepop oggi. Questi anni di silenzio, spiegano gli Alpaca Sports, sono stati pieni di tanti cambiamenti, gli stessi che, in fondo, ognuno di noi ritrova nella vita di tutti i giorni: il tempo che ci invecchia, le amicizie che sbiadiscono, la perdita di persone care, trasferimenti imprevisti, e così via. Tutto questo ha portato Another Day a diventare quasi una sorta di concept album su ciò che questi cambiamenti comportano, cosa si lasciano dietro, e cosa resta di noi dopo tutti questi anni.
C’è il singolo Autograph che fa i conti con i sogni che non vogliamo abbandonare e l’incontro con i miti della propria infanzia (“When others followed the money, you followed your heart”). C’è Bluebells che cattura un doloroso momento di smarrimento (“I'm just too far from where I wanna be / So I don't want to feel a single thing”). C’è Slipping Through My Fingertips, ambientata nella nostra Firenze, che parla d’amore perduto e si abbandona ai rimpianti. C’è infine, proprio in chiusura, If Tomorrow Comes che dice chiaro e tondo “Non mi interessa niente / Il sogno è finito / Non mi importa più di Londra, New York o Tokyo / e nemmeno di Parigi in primavera”, riallacciandosi così al vecchio album del 2018, From Paris With Love.
Tra ritornelli irresistibili e arrangiamenti zuccherosi, gli Alpaca Sports raccontano qualcosa della circolarità del tempo: tornerà la speranza a scacciare la malinconia, e i giorni tristi, come un autunno improvviso, torneranno a soffiare via quelli felici. Ma in fondo, anche nei momenti più grigi e cupi, ci sarà sempre spazio per "another day", e si può crescere e maturare senza rinunciare alla propria anima, “tomorrow I’ll be fine”.
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