Questa sera, chi varcherà l’elegante portone di Via Castiglione 35 che porta ad Efesto, non troverà la nota dimora cinquecentesca che ospita concerti acustici, ma scoprirà di avere davanti verdeggianti praterie del Midwest al tramonto, un cielo sconfinato in cui brilla già qualche prima stella, all’orizzonte distanti catene di montagne, mentre intorno a un fuoco tra le pietre si stanno accomodando alcuni musicisti. Sono Heron King & The Runway Dreamers, e se sarete tra i fortunati a incontrarli sul vostro cammino potrete godere di un concerto eccezionale. Alessandro Bianchi, in arte Heron King, infatti viene a presentare il suo nuovo album Vivid Dreams (appena uscito per La Barberia Records), e l’evento è doppiamente speciale, perché arriva in formazione full band.
Il musicista "perugino di nascita, emiliano d’adozione ma statunitense per vocazione" suona un folk caldo e classico, tra chitarre, pianoforte, banjo, armonica, e innesti di Wurlitzer e pedal steel guitar. Le atmosfere che riesce a infondere nelle sue composizioni a commuovere e a trasportare chi ascolta in altri luoghi lontani: Vivid Dreams è una raccolta di otto nuove canzoni che vogliono rappresentare "un viaggio immaginario lungo un'autostrada che collega il vento del Laurel Canyon agli Appennini, Nashville alle colline umbre".
L’album, alla ricerca di una bellezza pura e sincera, esplora i temi del desiderio, della perdita e della speranza. Si va dalla riflessione sulla fugacità delle esperienze e sulla natura effimera dei sogni, del singolo di apertura Vivid, alla dichiarazione d’amore senza remore di Like the Water Feeds the Ground; dal ricordo di un’amicizia intensa, segnata dall’autodistruzione, un legame che ancora fa male ma è impossibile da dimenticare (A Painful Desire), alla riflessione sulla sopravvivenza emotiva e spirituale, sulla paura di perdersi e sul bisogno di restare connessi alla propria essenza anche nei momenti più bui, della conclusiva Still Breathing. La mia canzone preferita forse resta Earthquake Love, il racconto di un amore travolgente, paragonato a un terremoto, una passione inqueta che però resiste nel tempo, nonostante i rimpianti e le incertezze, e in cui l’arte gioca un ruolo essenziale (“Restlessness is my only friend / Put it down in a song, right or wrong / ‘cause I can’t take it over”).
Se Vivid Dreams, con il suo sound sospeso tra malinconia e speranza, nelle parole del suo autore è "un viaggio immaginario", possiamo dire che questo sogno sembra anche più reale che mai, alla ricerca di un significato con tenacia e poesia.
Se Vivid Dreams, con il suo sound sospeso tra malinconia e speranza, nelle parole del suo autore è "un viaggio immaginario", possiamo dire che questo sogno sembra anche più reale che mai, alla ricerca di un significato con tenacia e poesia.
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