Negli ultimi anni alla radio abbiamo seguito, canzone dopo canzone, singolo dopo singolo, il lungo percorso che i Bridge Dog hanno fatto per arrivare finalmente al loro album di esordio. C’è voluto un po’ di tempo ma ora possiamo dire che l’attesa è stata ripagata. Quelle che erano soltanto tracce sparse, indizi e promesse, oggi trovano senso compiuto dentro Auto Fictions, un disco che suona compatto e coeso, e soprattutto freschissimo, senza cedimenti né punti deboli.
Grace Ha e Brian Park avevano fondato la band nel 2021 ma ora hanno trovato l’assetto definitivo con l’aggiunta di Cohen Bargas al basso e Eduardo Guerra alla batteria. Come ammettono candidamente in un post su Instagram, “c'è stato un momento in cui pensavamo davvero che il nostro album non sarebbe mai uscito”. Ma la costanza è stata premiata e, come dicono loro, hanno finalmente fatto “il grande passo”.
C’è di che essere soddisfatti: un indiepop luminoso che è evidentemente debitore di uno stile alla Alvvays (vedi Counterweight, New View oppure SVU), ma che mostra anche dolcezze alla Camera Obscura (Working At It) e quella speciale alchimia tra rumore e melodie malinconiche alla Pains Of Being Pure At Heart (Memory Police, con Brian alla voce).
Tra le canzoni si dipana un filo conduttore che parla di ricordi, senso di perdita, distanze e cambiamenti tentati e falliti. I testi alludono spesso a relazioni spezzate, momenti sospesi nel tempo, sogni che ci lasciano disorientati e il desiderio persistente di tornare indietro a qualcosa che abbiamo perduto e forse non esiste più. Gli stessi Bridge Dog scherzano su quante volte nei loro versi ricorrono immagini di auto in movimento, da cui appunto il titolo dell’album, ma in fondo immagino servano come metafore per raffigurare un’instabilità emotiva, una inguaribile nostalgia e la difficoltà di accettare che il tempo è passato.
La band di Sydney riesce a trattare questa introspezione con una immediatezza e una spontaneità davvero fuori del comune, regalandoci una mezz’ora di pop sognante, limpido e coinvolgente, praticamente impeccabile.
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