Let's get invisible

AM Shanley - American Vanilla

"Possiamo definire la mia musica indie rock con influenze country e, si spera, anche un po' pop, almeno per quanto riguarda i ritornelli": AM Shanley è uno che prende la sua arte con la massima modestia e umiltà, ma quando scrive una melodia è implacabile, e certi versi ti restano stampati in testa e non se ne vogliono più andare. Tra le sue influenze, il cantautore di Belfast cita "nomi molto diversi e per ragioni molto diverse": da Mark Linkous a Robert Pollard, da Chan Marshall a Rufus Wainwright, senza dimenticare gli Smiths. A me ha ricordato anche lo stile sornione di Badly Drawn Boy, che riusciva sempre a regalarti piccole e deliziose canzoni senza tempo con la massima naturalezza. I suoi dischi non sembravano mai dare troppo nell'occhio, ma alla fine ti facevano sempre un sacco compagnia, anche a distanza di anni. Potrebbe succedere la stessa cosa anche con questo album d'esordio di AM Shanley, intitolato American Vanilla, pubblicato dalla infaticabile Subjangle e pieno di piccole perle folk-pop agrodolci.


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