Kitten music

Kitten Tools - Kitten Music (2025)

"Sto per mettere in piedi una nuova band / Insieme a un paio di amici che adoro / Suoneremo canzoni che nessuno ha mai sentito prima / Chiameremo la band con un nome figo ma anche... morbido / Chiameremo la band: Kitten Tools".
Si presentano così, con una specie di autoritratto o di diario in forma di canzone, i Kitten Tools, trio di Portland che suona un twee pop caotico, esuberante e francamente irresistibile. Immaginate il cugino più giovane, scapestrato e a bassa fedeltà del suono delle Cub, dei Tullyraft o dei Bunnygrunt, e avrete una buona idea di quello che fanno i Kitten Tools, divertendosi un casino. 
Non a caso, il loro folgorante album d'esordio Kitten Music è taggato "kittencore", quasi ad aggiornare la storica definizione di "cuddlecore" aggiungendo un tocco di ironia e gattini post-internet. Salvo che poi sono gli stessi adorabili gattini, in Battle Of The Sleeping Kitten, a voler "fuggire da questa prigione dai colori pastello". Forse i Kitten Tools stanno utilizzando questa tenerissima metafora per raccontarci qualcosa del nostro disagio contemporaneo? E perché il trio di Portland sembra essere ossessionato dai piccoli animali, come si intuisce dall'inno Squirrel Song? Forse la risposta è da cercare in qualche opera del filosofo francese Michel de Certeau, a cui è dedicata un'altra canzone qui in scaletta? Servirà a risolvere la condizione di profonda solitudine in cui viviamo tutti? "Non mi dispiace stare da solo / purché sia ​​con qualcun altro" cantano in I Like Being Alone. Persiste invece il mistero del perché tu non sia dentro il frigorifero, nonostante sia la quarta volta che lo apro nell'ultima ora (Nobody's Home).
Kitten Music è un disco che, in appena una ventina di minuti, riesce a riempirti di domande e pensieri, ma è anche un disco dall'allegria colorata e contagiosa. Se, come credo, è ancora valido il vecchio motto "Keep Portland weird", i Kitten Tools lo stanno facendo alla grande.


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