Luna Kupper, che insieme ad Ash Richter forma le Total Wife, racconta che le canzoni del nuovo album Come Back Down sono nate a tarda notte, durante estenuanti sessioni di mixaggio, lungo quell’impalpabile confine tra la veglia e il sonno, mentre, quasi senza che lei se ne accorgesse, “le canzoni la seguivano a metà strada tra sogno e lucidità”. Chi ha qualche anno in più potrebbe anche ricordare di avere sentito almeno un’altra volta un aneddoto molto simile riguardo a un altro musicista che, in apparenza, sarebbe abbastanza distante dal duo sperimentale shoegaze noise di Nashville, Tennessee, ovvero Aphex Twin. E invece, proprio il nome di Aphex Twin viene alla mente quasi subito quando ci si avventura in queste nuove canzoni delle Total Wife.
Se un punto di partenza consolidato e condiviso restano, ora e sempre, certe imprescindibili chitarre Loveless (vedi Peaches o Make It Last, per esempio), con quelle sferzate pitchate, manipolate, deformi e così appaganti, dall’altro lato, le Total Wife piegano lo shoegaze non verso l’accumulo di strati o muri di suono (o meglio, non solo), ma verso una deflagrazione e frammentazione. Innalzano il loro suono non in una più accessibile direzione dream pop, ma restano ben salde nel territorio del rumore, della sperimentazione, dello strano, del viaggione in fondo al buio del cosmo sterminato e solitario. Da questo punto di vista, Naoisa è un manuale di gelide frenesie ipercinetiche drum’n’bass dentro cui si perdono chitarre e schegge di voci, e da cui poi sgorga in maniera del tutto naturale Second Spring, bipolare traccia di dolcezza e consolazione che si trasfigura in un turbine di feedback.
Un’altra storia interessante dietro questo album è che la band avrebbe venduto i synth per pagarsi l’affitto, e così in queste nuove canzoni “every inorganic sound is instead built from samples of the band’s own work. A guitar on one song may be reprocessed and used as a synth on the next, while everywhere on the album vocal samples are taken from a single unreleased cover of Elliott Smith’s Between the Bars”. Come se il processo di creazione e scrittura musicale, per le Total Wife, fosse anche una specie di reiterata rinascita, di rituale ripiegamento per rinnovarsi, tornando a sé stesse come da fuori, altrove, consapevoli che come non si può attraversare due volte lo stesso fiume, così non si può suonare due volte la stessa musica.
Un’altra storia interessante dietro questo album è che la band avrebbe venduto i synth per pagarsi l’affitto, e così in queste nuove canzoni “every inorganic sound is instead built from samples of the band’s own work. A guitar on one song may be reprocessed and used as a synth on the next, while everywhere on the album vocal samples are taken from a single unreleased cover of Elliott Smith’s Between the Bars”. Come se il processo di creazione e scrittura musicale, per le Total Wife, fosse anche una specie di reiterata rinascita, di rituale ripiegamento per rinnovarsi, tornando a sé stesse come da fuori, altrove, consapevoli che come non si può attraversare due volte lo stesso fiume, così non si può suonare due volte la stessa musica.
Questo Come Back Down forse non è un album per classici amanti dello shoegaze più tradizionale, la volontà che lo anima è tutt’altro che accomodante, gli innesti techno ne fanno un corpo alieno, ma è certamente una creatura capace di stupire, e di portare al tempo stesso questo genere a un livello ulteriore.

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