I'm not sad


THE CORDS - THE CORDS (SLUMBERLAND RECORDS / SKEP WAX RECORDS, 2025)

C’è mai stato un momento, nella lunga e bizzarra storia dei generi musicali, in cui l’indiepop non sia sembrato inattuale, ingenuo e sorpassato? E c’è mai stato un momento, nella lunga e bizzarra storia degli ascolti musicali che ci hanno colmato il cuore di gioia, in cui qualche band indiepop non sia invece arrivata dal nulla a ribaltare tutte le nostre convinzioni? A restituirci la sensazione che qualcosa di nuovo fremesse nel mondo e che la nostra vita sarebbe diventata, prima o poi, qualcosa di bello, qualcosa di meglio del mediocre quotidiano a cui eravamo da troppi, troppi anni abituati?
L’indiepop appare sempre morto o morente, quando va bene è decisamente sottovalutato, relegato al ruolo secondario di nostalgico revival C86, marginale settore merceologico per attempati collezionisti fuori tempo massimo. Eppure, da che ne abbiamo memoria, l’indiepop continua a reinventarsi e a mantenere intatta la propria anima: quella di una musica libera, personale, diretta e profondamente umana. L’indiepop è riuscito a mantenere intatta anche la propria forza dal punto di vista espressivo, una forza liberatoria e politica, restando ancora capace di emozionare e sorprendere, di raccontarci qualcosa del nostro sfigato posto nel mondo. È proprio da questa linfa che nasce una nuova, sorprendente e sorprendentemente confortante generazione di giovani band, e in prima fila tra queste contiamo le The Cords.
Il duo scozzese formato dalle sorelle Eva e Grace Tedeschi parte da una strumentazione quanto mai scarna ed essenziale – chitarra, batteria, armonie vocali e pa-pa-pa-pa e la-la-la-la-la in grande quantità – ma riesce a farla suonare quasi come una rivelazione. È semplicemente meraviglioso che il loro album d’esordio venga pubblicato dalla storica etichetta statunitense Slumberland assieme all’inglese Skep Wax di Amelia Fletcher e Rob Pursey: due nomi così importanti uniscono le forze quasi a segnare un passaggio di testimone in cui risuonano e si tramandano generazioni e generazioni di ascolti in camerette, cassette duplicate e contrabbandate, preziosi 45 giri dimenticati in cantine, letture sconsigliabili e serate sempre e inesorabilmente ai margini. La scaletta dell’album The Cords è un concentrato esplosivo di melodie scintillanti (il singolo Fabulist), energia punk (October) e sincerità disarmante (I’m Not Sad), che culmina in un gran finale agrodolce, When You Said Goodbye, commovente melodia Ronettes su chitarre Television Personalities.
Per poco più di mezz’ora le giovani sorelle di Glasgow corrono a tutta velocità, tra canzoni di nemmeno due minuti, riff jangle pop squillanti irresistibili e ritornelli che sembrano già classici al primo ascolto. È un disco divertentissimo, colmo di una grazia spontanea. Scalpita di urgenza, come se ogni canzone rincorresse la successiva e volesse scavalcarla. Il risultato, come molti hanno già commentato, sta da qualche parte tra Shop Assistants, Talulah Gosh, The Primitives (elasciatemi ricordare anche gli svedesi The Budgies e le grandiose The Never Invited To Parties) ma trasforma tutta questa storia in qualcosa di nuovo, fresco, necessario e vivo. Come cantano le ragazze, "I'm not sad": c'è ancora molto indiepop da suonare.


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