Sei anni di silenzio non sono poi così tanti, ma nel tempo veloce della musica di oggi possono sembrare un’era geologica. I Possible Humans, quintetto indie rock di Melbourne, ci avevano regalato l’ottimo Everybody Split di cui avevamo già parlato qui nel 2019 e, sinceramente, tra le mille ottime uscite che arrivano di continuo dall’underground australiano, il loro nome era uscito un po’ dal mio radar.
E invece eccoli qui, di nuovo in attvità e dannatamente in forma. Il loro nuovo album Standing Around Alive è un ritorno vigoroso e che reclama giustamente attenzione. Fin dalle prime note della clamorosa apertura di Slouching Hat, la band dimostra di avere mantenuto intatta quella compattezza e incisività che conoscevamo.
Il suono dei Possible Humans freme di citazioni: dai Clean ai primi R.E.M., dai Feelies ai Bats, aggiungendo un tocco ruvido Guided By Voices. Ogni traccia rivela un riff, un’esplosione di rumore, un ritornello che ti inchioda, uno scarto o una pausa ad effetto che ti lasciano con il fiato sospeso.
C’è sempre una tensione grezza che arriva a increspre le melodie e, al contrario, c’è sempre il nervo scoperto di una melodia dolcissima e malinconica a trattere la tensione dal degenerare in puro caos.
Potresti pensare che siano canzoni come Dream of Time oppure Feel Shit Hit a mostrare il carattere più autentico della band, con quelle jangling guitars che traboccano urgenza. Poi arrivano Claws In o la conclusiva Akimbo e percepisci tutta l’irruenza passionale di cui i Possible Humans sono capaci, e sei definitivamente conquistato.
Standing Around Alive ti guarda dritto in faccia, e capisci che è un disco di indie rock dalle spalle larghe, asciutto e senza fronzoli, ardente e al tempo stesso disincantato. In una parola, maturo.
C’è sempre una tensione grezza che arriva a increspre le melodie e, al contrario, c’è sempre il nervo scoperto di una melodia dolcissima e malinconica a trattere la tensione dal degenerare in puro caos.
Potresti pensare che siano canzoni come Dream of Time oppure Feel Shit Hit a mostrare il carattere più autentico della band, con quelle jangling guitars che traboccano urgenza. Poi arrivano Claws In o la conclusiva Akimbo e percepisci tutta l’irruenza passionale di cui i Possible Humans sono capaci, e sei definitivamente conquistato.
Standing Around Alive ti guarda dritto in faccia, e capisci che è un disco di indie rock dalle spalle larghe, asciutto e senza fronzoli, ardente e al tempo stesso disincantato. In una parola, maturo.
Piccolo post-scriptum sentimentale per i lettori più âgé: l'album è stato registrato insieme ad Alex MacFarlane (già batterista dei nostri cari Twerps e The Stevens, tra gli altri) che lo pubblica sulla sua label Hobbies Galore.

Commenti
Posta un commento