"Questo spirito di mobilitazione e solidarietà": intervista al Panthers Party

Panthers Party - 'Panthers for Gaza' compilation (Bologna 2025)

A Bologna, ogni tanto, qualcosa ancora si muove e mostra qualche segno di vita. Da qualche mese, se girate per concerti, avrete di sicuro incrociato serate organizzate sotto la sigla "Panthers Party". Ora è uscita una compilation dal titolo programmatico Panthers for Gaza, i cui ricavi sono destinati alla Gaza Soup Kitchen, progetto dal basso che si occupa di distribuzione di pasti e beni essenziali nei territori della Striscia. I nomi nella scaletta della compilation rappresentano quasi un All-Star Game della scena punk, garage rock e indie rock della città, e la causa per cui si sono riuniti mi sembra di quelle importanti e da sostenere (a proposito: domani è Bandcamp Friday, sapete già dove fare il primo acquisto!). Insomma, era doveroso andare a conoscere meglio queste Pantere.

Potete presentare il collettivo Panthers Party? Come è nato, come è stato scelto il nome e quale spirito lo anima?
I Panthers dono innanzitutto un gruppo di amici appassionati di sottoculture Rock e DIY. Siamo un collettivo con  attitudine punk situazionista e libertario. Abbiamo scelto il nome "Panthers" ispirandoci direttamente alle White Panthers, il movimento di John Sinclair e degli MC5 sorto negli anni Sessanta, che ci lega idealmente anche all'azione delle Black Panthers.
Oggi lo scenario è diverso, ma lo spirito è lo stesso: non ignorare decine di conflitti e resistere alla "finzione sociale della sharing economy" e a un'inclusività che è solo un sottile involucro vuoto. La nostra filosofia è "Non essere fighi è la cosa più figa", contrastando la logica effimera dell’industria tele-social-musicale.

Panthers Party - 'Panthers for Gaza' compilation (Bologna 2025)
Perché dare vita a questa iniziativa qui, in una città come Bologna, in questo particolare momento della sua storia?
Bologna è il nostro punto di partenza perché qui le contraddizioni sono evidenti: sentiamo la necessità di agire su un'eredità antifascista, solidale e autogestita che è stata indebolita da nuove chiusure sociali e dalla perdita di memoria collettiva. Crediamo fermamente che l'azione politica non si formi solo attraverso idee, ma attraverso la "costruzione di affetto politico che richiede vicinanza fisica". Vogliamo vivere gli spazi comuni e la musica per portare gli individui a "respirare la stessa aria" e creare una comunità reale. 

Prima una serie di concerti, e poi l’annuncio di questa ricca compilation benefit Panthers For Gaza: qual è, e quale sarà, il filo conduttore delle varie attività del progetto Panthers Party?
Il filo conduttore è la liberazione di brandelli di città dalla morsa del consumo e la creazione di spazi di libertà non assoggettati all’imperativo del "consuma o muori". Panthers For Gaza è l'espressione diretta di questo spirito di mobilitazione e solidarietà. Crediamo che la musica possa  ancora orientare le scelte collettive e ricordare che scegliere da che parte stare è possibile e necessario.

Panthers Party - 'Panthers for Gaza' compilation (Bologna 2025)
Parliamo della compilation: come sono stati messi assieme i nomi, come sono stati coinvolti i vari gruppi, e come l’avete effettivamente realizzata? 

La compilation è stata curata da Gabriele Savioli e Davide Melchioni per il nostro collettivo. Il processo è stato spontaneo e diretto: abbiamo coinvolto artisti della scena indipendente bolognese – un pezzo della scena DIY del 2025 – e tutte le band hanno regalato con entusiasmo una loro song. La tracklist testimonia la varietà del nostro underground, spaziando da inediti (come Muddy Worries e Steven Lipsticks) a brani live (Cut, Carlo Masu e Le Ossa, Gee Whiz!) e includendo contributi di band storiche come Nabat e Gli Avvoltoi. Per quanto riguarda il formato, è disponibile su CD e, per quanto riguarda il Bandcamp, include due bonus track. Riteniamo lo streaming, nelle forme più conosciute, una parte del “problema”.

Il sottotitolo sulla copertina del CD indica “Volume 1 - Bologna”: prevedete che ci saranno altre compilation in altre città, per raccogliere il testimone di altre scene locali?
Il sottotitolo ovviamente lascia aperta la porta a questa possibilità, ma per ora il nostro focus è stato interamente sull’attivazione della nostra scena locale. Lavorare con il "Volume 1" è stato bellissimo in termini di coinvolgimento e mobilitazione, ma non abbiamo ancora un piano definito per eventuali volumi futuri.

Potete raccontarci come avete conosciuto "Gaza Soup Kitchen", il progetto a cui sono devoluti i ricavi della compilation, e come mai avete pensato di creare questo collegamento con l’underground bolognese?
L'obiettivo primario era trovare un progetto efficace e trasparente che operasse a sostegno della popolazione civile della Striscia di Gaza in un momento di acuta crisi umanitaria. Abbiamo scelto "Gaza Soup Kitchen" perché è attiva direttamente nella distribuzione di pasti e beni essenziali. La scelta di collegare l'underground a questa causa nasce dalla necessità di concretizzare il nostro principio di non ignorare i conflitti e di recuperare la tradizione solidale e antifascista della nostra città. Tutti i proventi della compilation, al netto delle spese, saranno devoluti a loro, trasformando la musica in aiuto tangibile.

Quali sono le prossime date da segnare in agenda per il Panthers Party?
Abbiamo un calendario di appuntamenti molto fitto. Annunciamo con piacere che il "Listening Party" della compilation si terrà domenica 21 dicembre al Fondo Comini. Segnate in agenda anche il 5 gennaio per la nostra Panthers Night allo Sghetto Club. Prevediamo di organizzare un concerto al mese per mantenere viva la vicinanza e la collaborazione intersezionale. Inoltre, stiamo lavorando a un festival di cui, per ora, non possiamo ancora svelare i dettagli.


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