"Tredici canzoni di innocenza, intensità (?) e osservazioni sulla vita di tutti i giorni": così i Neutrals descrivono semplicemente il loro nuovo album, New Town Dream, in arrivo il prossimo 31 maggio su Slumberland Records. Come antipasto del disco ci regalano questa Wish You Were Here, canzone che funziona un po' come sequel di Gary Borthwick Says, traccia di punta del loro Bus Stop Nights EP del 2022. La storia ora sposta il punto di vista su Elizabeth: le sue lettere da una località di villeggiatura balearica documentano la progressiva entrata in scena di un certo Pedro (come raccontato anche dal simpatico video animato), e quindi "per favore Gary, non cercare di telefonarmi più". Due minuti molto divertenti in cui le chitarre della band di Oakland (ma dalla voce inconfondibilmente scozzese di Allan McNaughton) restano sempre dalle parti di Wedding Present, Jam e Television Personalities, e il loro humour appuntito "it's like a Mike Leigh film lyrically". Li amo.
Un nome che in una ideale playlist di questo mese sta bene dopo quello dei Neutrals sono gli Oort Clod, band di Manchester fondata da Patrick Glen che inizialmente aveva immaginato un progetto musicale fluido, con membri diversi a collaborare di volta in volta. Poi, durante la pandemia e lunghe sessioni di prove nelle stanze vuote del Peer Hat Pub (a quanto pare, attuale "epicentro della scena DIY di Manchester"), la formazione si è stabilizzata includendo musicisti di Unpaid Intern, Hipshakes, Jeuce e Early Mornings. Nel 2021 gli Oort Clod avevano pubblicato uno split EP insieme ai concittadini Priceless Bodies, dal suono piuttosto oscuro e sperimentale, e ora sono arrivati all'esordio sulla lunga distanza con Cult Value, pubblicato in collaborazione tra la britannica Safe Suburban Home e la statunitense Repeating Cloud. Cult Value vede gli Oort Clod ampliare decisamente gli orizzonti del loro stile, con una scrittura poliedrica capace di include irruento garage rock dal sapore Sixties, divertentissimo kiwi pop alla Flying Nun e indie rock molto slacker e molto Nineties. Davvero consigliati!
Colleghi di etichetta alla Safe Suburban Home e pure loro provenienti da Manchester, troviamo i giovani Autocamper. Dopo l'EP di demo su cassetta You Look Fabulous! pubblicato l'anno scorso dalla californiana Discontinuous Innovation, ora esce il loro primo e vero singolo, Blanche / Budge. "With enough melancholic charm and a cardigan collection that would make even Stephen Pastel blush" è la notevole presentazione della band, e mi pare che inquadri molto bene lo stile del trio: un fresco jangling pop che prende il meglio di una lunga tradizione (Sarah, C86, Go-Betweens, i Pastels per l'appunto...) e lo aggiorna con notevole energia e grazia. Un esordio molto promettente.
Non capita spesso di essere presenti non solo nell'istante in cui una canzone nasce, ma anche nell'istante in cui prende forma la sua stessa ispirazione. Se dico di conoscere lo stesso "Karen's Couch" che dà il titolo all'ultimo singolo di Her Skin posso guadagnare molti Punti Scena? Temo di no, ma la cosa che più importa è che questa nuova canzone sia una delle più energiche e divertenti della giovane cantautrice italiana. Abbandonato per una volta il ruolo della timida voce twee, Her Skin dimostra di saper maneggiare bene anche sonorità indie rock più elettriche ed energiche: «ho letteralmente scritto “Karen's Couch” per un ragazzo che ho baciato in Texas sul divano della nostra amica Karen, ma credo che sia più che altro una canzone che parla di innamorarsi di qualcuno che non è pronto ad amarti, che non ti darà quello di cui hai bisogno, che sta ancora pensando alla sua ex». La cosa positiva, se non altro, è che Sara sia uscita da quel momento poco piacevole con una bella nuova canzone!
Henry Owings, fondatore del Chunklet Magazine e della label Chunklet Industries, racconta di essere andato a un concerto dei Lewsberg nella sua città, Atlanta, lo scorso settembre: "show-goer 101 tip: always show up early enough to check out the opening bands". Solo così ha potuto scoprire e innamorarsi degli Ultra Lights, che quella sera erano al loro secondo concerto assoluto. Prima di arrivare al quinto, il quartetto stava già entrando in studio per registrare il suo primo sette pollici Nostalgia / Clockin Out. Gli Ultra Lights, fondati da John Robinson (già nei Turf War e negli Illegal Drugs), suonano un indie rock teso e piuttosto cupo, con influenze che oscillano tra alternative rock Anni Novanta (Archers Of Loaf, Superchunk...) e certi Anni Settanta proto-punk: "hooks upon hooks upon swagger served on a sizzlin’ platter of buzzy guitars, sturdy rhythm, and sprinkled with nihlistic lyrics".
Se siete alla ricerca di un bel disco che riprende la lezione Flying Nun, ecco il nuovo lavoro dei Living Clipboards, trio composto da veterani della scena neozelandese come Mark Williams (MarineVille, Cookie Brooklyn and the Crumbs), Denise Roughan (3Ds, Ghost Club) e Jim Abbott (Ghost Club). All Over Tawa raccoglie nove canzoni che si muovono tra "pop languido e latrati petulanti" e che parlano di inquietudini suburbane, l’odore della pioggia e scimmie che dipingono. Il disco è stato registrato nella sala prove della band utilizzando attrezzature prese in prestito dalla biblioteca pubblica di Wellington, ma "a causa della lettura errata del manuale di istruzioni, il livello delle registrazioni varia da suono immacolato a lo-fi devastato".
Vi ho già scritto (forse anche con troppa enfasi!) quanto io ami tutto quello che produce Kai Slater, voce dei Lifeguard, animatore della giovane scena di Chicago che ruota intorno alla fanzine Hallogallo e a quanto pare instancabile compositore. Il suo progetto solista Sharp Pins ci aveva regalato l'anno scorso l'ottimo EP Turtle Rock e ora sta per tornare con un vero e proprio album dal titolo Radio DDR. Il singolo che lo anticipa è anche quello che chiuderà la tracklist, Race For The Audience, e sembra confermare come Slater abbassi qui il rumore delle chitarre e tenga da parte per gli Sharp Pins le sue influenze più jangling ed Elliot Smith.
Come molti di voi forse già sapranno, The Laughing Chimes sono una band di Athens, Ohio, fondata dai fratelli Evan e Quinn Seurkamp. La loro devozione per il classico jangling sound Anni Ottanta è pari soltanto alla loro capacità di scrivere riff irresistibili. Dopo l'esordio In This Town, pubblicato da Pretty Olivia Records nel 2021, sono approdati su Slumberland e dopo un paio di EP in cui il loro suono si è allargato verso toni quasi post-punk, sta per uscire il nuovo sette pollici Tomorrow's 87 / The Apologist Effigy. La band, che a quanto vedo ora da Instagram è diventata un quartetto, ha aggiunto alle proprie ispirazioni quel tocco "fuzzy dream pop from the likes of Alvvays, The Jesus & Mary Chain and early Ride", che arricchisce ancora di più la loro musica di contrasti e chiaroscuri, e - perché no - il giusto tocco di grandeur.
Dopo il debutto Tiny Shapes uscito nel 2020 su Mt. St. Mountain,
e un paio di EP nel frattempo, R.E. Seraphin ha ora pubblicato il suo secondo
lavoro Fool's Mate, per Take A Turn Records. "In apparenza di tratta di canzoni
d'amore, ma ci sono indizi e allusioni a qualcosa di più inquietante e
misterioso": così presenta il disco il cantautore californiano, che per le
registrazioni (effettuate insieme a Jason Quever dei Papercuts) ha collaborato
con il meglio della scena indipendente della Bay Area, chiamando musicisti
provenienti da Reds, Pinks & Purples, Sob Stories, Body Double, Chime
School, Sleepy Sun e altre band. Fool's Mate racchiude una combinazione
dinamica e vivace di stili e situazioni piuttosto diverse, e ha richiamato
paragoni con una lista piuttosto composita di nomi, come Tom Petty, R.E.M., The
Clean, Giant Sand e Lloyd Cole. Quello che lo tiene assieme e lo rende un magnifico disco indie rock del 2024 è la maniera con cui, passando da atmosfere sognanti a momenti più energici, sollecita continuamente la tua attenzione e la tua curiosità.
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