Indiepop Jukebox: alcuni dischi che non vedo l'ora di ascoltare nel 2025

HORSEGIRL
Ovviamente, l'album che aspetto con più curiosità e impazienza in questo nuovo anno è la seconda prova delle nostre amate Horsegirl. Si intitolerà Phonetics On and On e lo pubblicherà Matador Records il prossimo 14 febbraio. Dopo l'ipnotica e contagiosa 2468, qualche settimana fa è arrivata Julie, una canzone più dolente e malinconica fino a sfiorare ombre alla Nico, che parla della loro vita nella nuova città (il trio si è spostato a New York per fare l'università e qui racconta un po' come ha scritto il nuovo singolo). Un paio di giorni fa, su Rolling Stone è uscito un bel profilo delle Horsegirl a firma Simon Vozick-Levinson, e a proposito del nuovo disco - prodotto da Cate Le Bon - le ragazze dichiarano: “you can tell that we had fun!”.



THE TUBS
Il 7 marzo uscirà, per Trouble in Mind Records, il secondo album dei londinesi The Tubs, intitolato Cotton Crown. Un album che vede la band "avventurarsi in territori più oscuri e personali". Infatti, il disco è stato scritto nel periodo successivo al suicidio della madre del cantante Owen "O" Williams, la cantante folk Charlotte Greig (che è pure ritratta in copertina mentre allatta lo stesso Owen). Il singolo Freak Mode che anticipa l'album parla di "frequentare qualcuno mentre sei in lutto, fai stravaganti ipotesi romantiche tragicomiche e sei un mostro emotivo". 



The Laughing Chimes
Quello che si domandano tutti gli indiepop fan intorno al mondo è se la Slumberland riuscirà a replicare nel 2025 un'annata praticamente perfetta come quella appena trascorsa. Intanto, l'anno nuovo è partito già molto bene, con l'annuncio del secondo album dei The Laughing Chimes, intitolato Whispers in the Speech Machine e in calendario per il prossimo 31 gennaio.
A quanto pare, in questo lavoro i giovani fratelli dell'Ohio "abbracciano in misura maggiore le loro influenze Southern Gothic" e le atmosfere del sud dell'Ohio, proprio ai piedi dei monti Appalachi. A giudicare dai due singoli in anteprima, il jangle pop dei Laughing Chimes, debitore tanto del suono Flying Nun quanto di quello di certe band delle parti di Athens, Georgia, degli Anni Ottanta, è diventato ancora più brillante.



Lone Striker
Safe Suburban Home Records (UK), Hidden Bay Records (Francia) e Repeating Cloud (USA) uniscono le forze per pubblicare il prossimo 14 marzo l'album d'esordio di Lone Striker,  progetto dietro cui si cela Tom Brown, già membro dei Rural France e dei Teenage Tom Petties. Lone Striker è una creatura diversa, molto più lo-fi. L'album è "un patchwork di suoni e storie trasmesso da una radio a transistor rotta", è stato registrato in casa e arricchito da campioni doo-wop e sbilenchi loop di batteria soul. Influenze dichiarate: Sparklehorse, Mercury Rev e Silver Jews, ma rilette in chiave britannica. Insomma, l'ambizione non manca, ma il primo estratto, la ciondolante Dunno, impreziosita dalla linea di basso di Billy Fuller dei BEAK>, sembra all'altezza dei proclami.



The Gentle Spring
La settimana prossima, il 17 gennaio per la precisione, la nostra cara Skep Wax pubblica Looking Back At The World, il primo album a nome The Gentle Spring, la nuova creatura di Michael Hiscock dei leggendari Field Mice, una delle band che ha incarnato più a fondo l'estetica e l'etica della storica label Sarah Records. Ora Hiscock è accompagnato da Emilie Guillaumot e Jérémie Orsel e non ha perso la capacità di scrivere canzoni meravigliose, emozionanti e "brutalmente oneste". Il più recente singolo è proprio la title track, che racconta bene questa nuova visione della nostalgia e della memoria, e vuole essere anche una specie di chiamata alle armi: "qualunque cosa scegliamo di fare andando avanti è molto più importante dei ricordi e della felicità dei tempi andati". 



Prism Shores
Nello stesso giorno, pubblicato da Meritorio Records, vedrà la luce anche Out From Underneath, il secondo album dei canadesi Prism Shores. Overplayed My Hand è il quarto e più recente singolo uscito per presentarlo, ed è quello più jangling, arrivando così a dare un'idea della ricchezza dei suoni della band di Montreal: dagli accenti quasi Teenage Fanclub, alle chitarre scintillanti (che mi ricordano i loro connazionali Ducks LTD), da certi chiaroscuri un po' Cure a quel modo di accarezzare le melodie House Of Love. Sarà una bella festa indiepop!



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