«Essere disoccupati in autunno è uno dei doni più grandi che ci siano al mondo. Puoi davvero concentrarti su quello che conta davvero, e cioè le foglie che a poco a poco diventano arancioni e rosse. Di solito, quando ho del tempo libero come questo, lo spreco, ma stavolta ho fatto qualcosa di importante! Ho scritto un EP e ho imparato a programmare questo sito web. Una cosa grandiosa!».
Penso che la presentazione di Quikwash firmata da Betty Brite sia una delle cose più adorabili che ho letto negli ultimi tempi, insieme alla sua pagina web sulla piattaforma indipendente Neocities (per i più anziani: il riferimento all'indimenticato Geocities non è causale - e BTW, lo sapevate che se cercate Geocities su Google, i risultati escono in Comic Sans? LOL).
Betty Brite è il nuovo nome d'arte di Madison Kate Proffitt, che già faceva parte delle Trinket, trio dream pop di Brooklyn che usciva per la londinese Sad Club Records. Più di recente abbiamo potuto sentire Madison all'opera nei Lightheaded (ed è sua la voce su una delle mie canzoni preferite dell'anno, Love Is Overrated). Betty Brite è il suo nuovo progetto solista "in my basement" con il quale vuole testare quanta armonia e quanto tamburello riesce a stipare dentro una canzone, per poi scoprire che il limite non esiste. Indiepop purissimo e dolcissimo, che ogni tanto si concede atmosfere un po' retrò, mentre in altri momenti prende in prestito i colori pastello di una giovane Frankie Cosmos.
Le quattro canzoni di Quikwash (più una romantica strumentale in chiusura) sono brevi schizzi, frammenti che catturano momenti fugaci di un diario. A volte assomigliano al modo in cui i ricordi affiorano: all'improvviso, incompleti, ma comunque emotivamente difficili da contenere. C'è spesso questa sensazione di trovarsi su una soglia, in un momento di passaggio tra diverse versioni di sé stessi ("everything keeps changing so I guess I'll change with it"), tra un amore passato, una nuova incertezza, la voglia di voltare pagina. Nelle canzoni guardiamo spesso la nostra vita da lontano, come guardare i propri pensieri dalla finestra, e poi le canzoni finiscono, e ti ritrovi lì, a camminare da solo, notando la nuova stagione nella tua piccola geografia sentimentale e sorprendendoti a pensare a qualcuno a cui avevi promesso di non pensare più. Per fortuna, c'è Betty Brite a farci compagnia lungo la strada.

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