Nelle ultime settimane, tra compilation di Natale e classifiche di fine anno, temo di avere perso di vista una quantità di nuove uscite piuttosto interessanti. Ne recupero alcune qui, in attesa di tornare in onda!
I TV Buddha sono una band di Chicago fondata nel 2022 dal giovane Eli Schmitt e Cole "Johnson Rockstar" Hunt. Avevano pubblicato il loro album di debutto, Simple Bodies, nel 2023, e a quanto pare da allora altri 15 musicisti sono entrati e usciti dalla formazione, che gioca molto su noise e sperimentazioni, citando come influenze principali Velvet Underground e Brian Eno, ma anche Silver Jews e Women. La loro nuova prova si intitola 10.000 Buddhas e vede la partecipazione anche di Asher Case e Kai Slater dei Lifeguard (la cassetta infatti esce per la fanzine Hallogallo). La mia preferita in scaletta è la conclusiva Baby, Woah!, descritta come un tentativo di "figure out how Phil Spector or Brian Wilson would have produced a Spacemen 3 track if they had fallen in love with Mahayana Buddhism rather than American blues.”
Non sono passati nemmeno sei mesi dall'ottimo album Ten Brocades, che Sad Eyed Beatniks, aka Kevin Linn (Paisely Shirt Records), torna a farsi sentire con un nuovo EP intitolato Munro's Sacred Hutch. La raccolta riunisce sei cover dalla consueta poesia a bassa fedeltà: I Found A Reason (The Velvet Underground), Lonely Financial Zone (Jonathan Richman), The Fall (Beat Happening), Little Delia (Blind Willie McTell), The Part Where (The Oilies) e I Had To Tell You (The 13th Floor Elevators). Le canzoni erano state registrate tra il 2019 e il 2021 per varie altre occasioni e compilation, ma non tutte avevano visto la luce. Bello (e comodo) trovarle riunite qui e lasciarci trasportare ancora più lontano nell'universo sonoro di Sad Eyed Beatniks
Sempre per restare in casa Paisley Shirt, è appena uscita la cassetta Saw It All Demos, che raccoglie - come dice il titolo - una serie di demo registrati da Karina Gill nel periodo tra i dischi dei Cindy Why Not Now? e il successivo (e splendido) Swan Lake. Si tratta, a quanto racconta la stessa Gill, di bedroom pop in senso letterale, data la natura casalinga di quelle registrazioni, e la maggior parte di queste tracce sono state poi trasformate in canzoni dalla band al completo. Per quanto mi riguarda, fruscii ed echi sono uno degli elementi intrinseci che rendono la musica dei Cindy ancora più affascinante. "Poter lavorare a queste demo casalinghe ha fatto tutta la differenza del mondo per me: hanno cambiato il mio modo di scrivere canzoni per poterne avere una versione privata, e hanno cambiato il modo di lavorare della band, che aveva un'idea più completa del mood di ogni traccia. In questa raccolta è facile sentire che sono più rilassata, da sola con il mio registratore a quattro tracce".
Come da tradizione, oramai, la We Were Never Being Boring ha pubblicato il 31 dicembre il nuovo album degli Us Random Calculator, misteriosa formazione composta da vecchie macchine calcolatrici in disuso che si animano all'improvviso una volta l'anno. Questa volta, a quanto pare, la band si è allargata a tre apparecchi senzienti, ma non è cambiata la formula del pop strumentale, caldo e commovente, che contraddistingue il progetto. Timbri acustici in un paesaggio sintetico per composizioni piene di luce che sembrano colonne sonore in miniatura. Il nuovo album si intitola Saturday e raccoglie 6 tracce che portano come nome semplicemente una differente ora del giorno. Da ascoltare camminando dall'alba al tramonto, quanto più possibile lontano da tutti e tutto.
"I want you to hold me like you’ll hold me for a million years" è il meraviglioso e super-sentimentale messaggio di See You Tomorrow, il nuovo singolo delle The Pinstripes, giovane trio femminile di Melbourne appassionato di Sixties e rock'n'roll. La cantante e chitarrista Hettie Zygier, la bassista Isabella Persano e la batterista Sunny Brearly riescono a tenere assieme una melodia ostinata Allah-Las e un ritornello irresistibile quasi Tiger Trap. Loro ci mettono tutto l'entusiasmo tipico dell'età (senti anche il precedente singolo Blue Rectangle, meno jangling e decisamente più aggressivo), dicono di amare i Kinks e non si fanno problemi a sovvertire i luoghi comuni della formazione tutta femminile in un campo dominato da un'estetica maschile. Da tenere d'occhio.
L'indonesiana Chaotic Pop Records non conosce sosta nemmeno durante le feste natalizie (ricordiamo che il suo motto è "As twee as pop, chaotic as fuck!"), e così il 30 dicembre ha pubblicato l'esordio di The Interpretation Cultures, progetto solista con base a Makassar. Mi ha strappato un sorriso commosso che il giovane cantautore dichiari di avere trovato ispirazione, oltre che nella storica label Sarah Records anche nella compilation The Kids at the Club, curata nel lontano 2006 da How Does It Feel To Be Loved?, e che negli antichi tempi di questo blog suonavamo in ogni djset. Sonorità bedroom pop ultra lo-fi, con riferimenti dichiarati tra Shop Assistants, Beat Happening e Stephin Merritt, qui omaggiato anche con una cover di Falling Out Of Love del side project The 6th.
Ancora dall'Indonesia, ma stavolta da Tangerang, The Pale Love Unseen è il nuovo progetto solista dell'infaticabile e poliedrico Eko Sutrisno, fondatore della Shiny Happy Records, componente dei Lousy Pop Group e di sicuro altro che ora dimenticato. Fate, l'EP di debutto dei Pale Love Unseen viene presentato in rima: "Fate is an EP, personal and true / Of dreams I once had, both old and new / Some came to life, some slipped away / But in the end, I trust it’s all part of the play".
E proprio perché fa tutto parte della commedia, questo indiepop sa essere squillante e agrodolce, energico e sognante. Io ci sento molto le atmosfere dei Pains Of Being Pure At Heart, e ovviamente sono già conquistato.
Il nostro caro Michele Cingolani, aka Waving Blue, non si è riposato affatto durante queste vacanze e ha pubblicato non una ma ben due canzoni nuove: prima la dirompente No More Cigarettes, ulteriore anticipazione dal prossimo album Fake Love Desire, in arrivo a marzo, e poi Break My Heart, presentata con troppa modestia come "a tiny, stupid song that comes out of nowhere, recorded and mixed in just 3 hours", un regalo in free download per ringraziare tutti quelli che lo hanno supportato nel corso del 2024. DIY shoegaze dai suoni che scaldano il cuore.
Sempre per restare dalle parti di casa nostra, torna a farsi sentire dopo un po' di anni Mark Zonda, aka Tiny Tide, immancabile presenza delle serate indiepop Anni Zero. Dopo avere lavorato ai progetti paralleli Zondini e Calcetto, ora Zonda torna a quel primo amore che aveva avuto anche una certa visibilità internazionale. Tiny Tide, "nato dall'amore per la musica indie", ha sempre mescolato con leggerezza jangle pop e new wave. Ora è uscito un nuovo album, My Clubbing Days, undici canzoni che esplorano aspetti diversi della nostalgia e sono il riflesso di varie epoche, dal city pop giapponese (アストロボーイ - Astro Boy) al folk rock malinconico (Girl In The Rain), all'omaggio scozzese di Last Stop Glasgow. Con il consueto gusto eclettico e l'immancabile dose di humour, Zonda riesce a unire passato e presente in un solo viaggio musicale.
Per cominciare bene l'anno nuovo, la Inscrutable Records, etichetta con base a St. Louis, Missouri, ha pubblicato Star Charms, una bella compilation su cassetta. Tre nuovi brani inediti da altrettante "upcoming DIY pop bands": Answering Machines, da Chicago, i più punk e sporchi della raccolta; i Good Flying Birds, da Indianapolis, i più twee (e che, tra l'altro, hanno appena pubblicato Talulah's Tape, raccolta di demo e singoli - ancora su cassetta - per Rotten Apple Records), e infine i Soup Activists, band guidata dallo stesso boss dell'etichetta Martin Meyer, come sempre lo-fi e imprevedibili.
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