Come molti hanno già scritto, il 2025 è stato un’eccellente annata per le uscite discografiche di area indiepop e indie rock. Molti nuovi nomi si sono affacciati sulla scena e, oltre alle solite care vecchie label indipendenti, abbiamo aggiunto altre bandierine sulla nostra piccola mappa del DIY. Un sacco di volte ho avuto l’impressione di non riuscire a tenere il passo con tutti i bei dischi che arrivavano ogni settimana, e di sicuro, su queste pagine, sono riuscito a scrivere soltanto di una piccola parte di quelli che mi colpivano e mi piacevano. E così, anche quest’anno, vuoi per tradizione, ma anche un po’ per la necessità di ricordare i dischi che hanno accompagnato e reso migliori questi dodici mesi che stiamo per lasciarci alle spalle, torno alla consueta Classifica dei Dischi di Fine Anno.
Come sempre, non è per stabilire gerarchie definitive, assegnare medaglie o soccombere alla FOMO: c’è, più che altro, il desiderio di trattenere qualcosa prima che scivoli via. L’ostinazione a fermarsi per rileggere il tempo passato, quella manciata di canzoni ascoltate troppo forte in cuffia, quegli album consumati in treno o in macchina, le melodie e le parole che hanno saputo diventare un rifugio, regalarmi un pensiero nuovo, o anche solo divertirmi e farmi compagnia.
In un anno a tratti troppo faticoso, e spesso anche inutilmente rumoroso, circondati da drammi e tragedie inconcepibili, la musica ha continuato a essere la cosa più umana e confortante di tutte. Questa classifica, chiamiamola così, è poco più di un un diario personale, incompleto e inevitabilmente parziale, ma anche un gesto di gratitudine verso tutti quei dischi che hanno resistito alla fretta, ai feed infiniti, all’oblio programmato e “all’obsolescenza selvaggia”. Grazie di cuore a tutti quei musicisti che quei dischi li hanno immaginati e creati, e hanno fatto in modo che arrivassero fino a qui.
Ascolta tutta la Classifica dei dischi dell'anno nell'ultima puntata del podcast di "Memoria polaroid - un blog alla radio" su NEU Radio!
La compilaton su cassetta dedicata alle band dell'underground della città di Depok mi sembra sia più di una semplice raccolta di canzoni, ma una dichiarazione d'intenti e un manifesto di poetica. Soprattutto, credo che possa rappresentare bene un intero movimento che, intorno ai più classici suoni C86, tweepop, DIY e a bassa fedeltà, ci sta facendo conoscere una quantità incredibile di giovani band e label indonesiane, la vera nuova patria dell'indiepop.
I Tubs mostrano di aver saputo perfezionare ulteriormente la propria scrittura, trasmettendo tutta l’urgenza delle loro canzoni, quel loro scavare feroce nelle pieghe cupe delle relazioni personali e delle nevrosi post-moderne, con una tavolozza sonora ancora più ampia, sofisticata e ricca... [read more]
Certi dischi, semplicemente, esplodono. E i Lifeguard, per quanto giovani, hanno messo bene in chiaro sin dagli esordi che a loro interessa proprio quel tipo di dischi. Con il loro nuovo album Ripped and Torn, il primo pubblicato dalla prestigiosa Matador (dopo la ristampa dei già promettenti EP Crowd Can Talk / Dressed In Trenches), confermano di essere capaci di architettare e allestire esplosioni a dir poco sbalorditive... [read more]
Oltre a una certa ispirazione all’estetica Elephant 6, le influenze dichiarate tra nome della band e titolo del disco mettono assieme Guided By Voices e Heavenly: come dire, due mondi certamente affini ma ben diversi e distanti, dalle due parti dell’Oceano. Ciò che colpisce davvero in questo album è la maniera sfacciata, sardonica e intelligente di renderli complementari... [read more]
Per poco più di mezz’ora le giovani sorelle di Glasgow corrono a tutta velocità, tra canzoni di nemmeno due minuti, riff jangle pop squillanti irresistibili e ritornelli che sembrano già classici al primo ascolto. È un disco divertentissimo, colmo di una grazia spontanea. Scalpita di urgenza, come se ogni canzone rincorresse la successiva e volesse scavalcarla... [read more]
Gli A Minor Place sanno catturare nella loro musica la distanza tra quello che non dici e quello che non succede, una musica che resta sospesa sopra quei pomeriggi e ti conforta. Gli A Minor Place sanno come riempire la piccola vita di tutti i giorni di immaginazione e bellezza, e non è un caso che dentro questo LP ci sia un libro di disegni da colorare e allegata ci sia anche una scatola di pastelli... [read more]
Gli Sharp Pins rivendicano ciò che per altri sarebbe semplicemente estetica vintage, o uno stanco e confuso collage, e lo rivendicano come un territorio nuovo, tutto da conquistare, da riempire di passione intatta e bruciante... [read more]
I Lightheaded hanno questa capacità straordinaria, quasi commovente, di saper orchestrare fantasmi dentro la loro musica. Quasi ogni loro canzone volteggia e ti sfiora, impalpabile e struggente, mentre cerca di parlarti, di stringerti ancora la mano. “Makes my heart skip, shimmer and stop”... [read more]
Una spettacolare seconda opera che suona praticamente come un nuovo inizio. Siamo di fronte a una band che cresce e matura uscita dopo uscita, che sta imparando a misurare morbidezze e asprezze, che ha un’idea molto chiara di cosa vuole raggiungere con la propria musica, e che, soprattutto, sembra divertirsi tantissimo a farlo... [read more]
Il Fanta Sbocco è il più bel programma televisivo di questo pomeriggio che non finisce mai, tutto dedicato a noi bambini invecchiati, ipocriti e soli, personaggi secondari e senza senso di favole oscene, cupe e rassegnate... [read more]





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